Il corpo del ricco Bernie è a terra, apparentemente senza vita, mentre il pubblico prende posto in sala. Un urlo squarcia il silenzio: Marie, la compagna, scopre il misfatto. Accorre Dondolo, fratello di Bernie. I due decidono di chiamare l’Ispettore Gallican per indagare sul caso, e avvisano Motello, amico di Bernie nonché amante di Marie. Dalla folle e comica indagine dell’ispettore emergono tutte le macchinazioni, i tradimenti e i segreti che hanno portato i personaggi presenti a desiderare la morte del ricco Bernie per impossessarsi di una scatola contenente gli ultimi preziosi bottoni di sughero.
Una commedia brillante che spazia, osando una sferzante satira, tra diversi generi, dal noir al surreale, dalla commedia al giallo poliziesco, dove la comicità accompagna costantemente lo spettatore lungo una lotta all’ultimo sangue in cui il filo conduttore è l’idea stessa del possesso e della ricchezza, rappresentati come stati esistenziali più che materiali.
La regia si impegna a valorizzare l’originalità del testo, i suoi continui e voluti cambiamenti di genere, mantenendo costante e viva l’ironia e la brillantezza dei personaggi grazie ai quali la tragedia prende corpo.
I bottoni di sughero sono soltanto un simbolo, l’incarnazione della parte più oscura dell’ambizione e del desiderio dei personaggi di questa storia. Si ride insomma di ciò di cui si dovrebbe piangere.
Si ride insomma di ciò che teoricamente dovrebbe far piangere…