Lo spettacolo ripercorre la vita (romanzata ) del grande Gianni Rodari , di cui quest’anno ricorre il centenario dalla nascita.
Rodari ricoverato in un ospedale, aspetta di essere destinato a reparto e la dottoressa che l’ accoglie (una tipa stramba che sembra essere uscita da uno dei suoi racconti) lo esorta indirettamente a parlare della sua vita, portandogli una misteriosa valigia, il cui contenuto verrà svelato alla fine. Nella stanza in cui lo costringono a fare anticamera sembrano aleggiare parole che, come nella “grammatica della fantasia” da lui teorizzata, agiscono nella sua mente come “sassi gettati in uno stagno” smuovendo ricordi e immagini.
S’inizia con la parola “forno” e subito siamo catapultati negli anni della sua infanzia ad Omegna con il padre fornaio e tutte le suggestioni che il grande lago d’Orta suscitano di fronte al già fantasioso bambino. Poi l’ingresso in seminario, la guerra, il lavoro come maestro elementare,l’impegno politico e la carriera giornalistica. L’incontro con Maria Teresa Ferretti che diventerà sua moglie e la nascita di sua figlia! Fino ad arrivare quindi alla parola più importante che ne contiene tante e che diventerà fondamentale per la sua futura carriera : la parola “bambini”! Per i quali diventerà lo straordinario scrittore , unico italiano ad essere premiato con il premio Andersen, il nobel della Letteratura per ragazzi.
Il tutto raccontato con un alternarsi di momenti divertenti e poetici, surreali, ironici e drammatici, com’era l’uomo Rodari.
Un’artista che riusciva con una filastrocca a smuovere le coscienze e che un giorno chiedendo scusa alla favola antica , prese le distanze dall’avara formica dichiarandosi dalla parte della cicala “ che il più bel canto regala!”
E come quella cicala, anche Rodari, sempre animato da puro idealismo , lontano da beceri interessi faziosi e personali, ci ha regalato un canto che continua a stupire ed appassionare intere generazioni
Note di regia
“Dalla parte della cicala” è uno spettacolo unico nel suo genere perchè racchiude svariate modalità di espressione! Possiamo comunque dire quello che non è: non è un monologo, perché gli attori in scena sono due, Marco Zordan, nella parte di Rodari e Veronica Liberale, nella parte di tutti i personaggi femminili che hanno in qualche modo attraversato la vita di quest’uomo straordinario.
Non è teatro di narrazione, perche ci sono vere e proprie scene in cui gli attori mostrano la loro storia non raccontandola ma appunto vivendola. Non è propriamente una biografia: perche alcune situazioni sono completamente romanzate. mantenendo comunque il senso delle scelte reali fatte dal protagonista. Non è neanche una commedia di pura fantasia, perché tutti i punti salienti sono stati presi dalle testimonianze di chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e dai racconti dello stesso Rodari (come il discorso fatto per il premio Andersen: uno dei punti più emozionanti dello spettacolo) . “Dalla parte della cicala” non è tutto questo ma la somma di tutto questo : un modo di raccontare una storia forse caro al suo protagonista, che non ha mai voluto seguire fino in fondo un ideale che non rispecchiasse in pieno le proprie convinzioni. Abbiamo cercato quindi di seguire la nostra fantasia (parola imprescindibile quando si parla di Gianni Rodari) per raccontare la sua esistenza, cercando di ricreare un racconto che lui stesso avrebbe potuto scrivere ( e ci auguriamo con tutto il cuore apprezzare).