Una grande maschera di Pulcinella che si apre e si chiude, che fagocita gli attori che vi recitano dentro e che gli attori stessi alla fine chiuderanno per uscire da essa.
Ecco a voi il Teatro Napoletano di Tradizione, e in particolare quello della farsa, ovvero della maschera, del travestimento, dell’invenzione, del corpo, dell’effetto, della mutazione, della scomparsa.
A portarlo in scena i fratelli Gallo, definiti gli eredi dei fratelli Giuffrè, dei Maggio, dei De Filippo,di quella nobile tradizione teatrale napoletana che si tramanda di padre in figlio. Gianfranco e Massimiliano si divertono qui a intrecciare le trame di due opere del grande Petito: la famosa ‘Na campagnata e tre disperate e Inferno , Purgatorio e Paradiso per dimostrare che il teatro della farsa è un teatro che rende libero chiunque si interessi a lui.
E le farse di Petito sono talmente dirompenti nell’invenzione e nella vis comica che possono fare a meno di essere datate, vestite, realistiche. Niente di morto, niente di vecchio. Semplicemente teatro antico e vivo.