Il Caid, ricco mafioso canadese, si appresta a lasciare Montreal insieme ai due figli, Hyacinte e
Sandro, a seguito delle minacce di morte ricevute dalla criminalità locale per aver venduto delle
informazioni alla polizia. Per cominciare una nuova vita a Londra sotto falso nome gli serviranno
dei passaporti falsi. Un misterioso diplomatico è disposto a fornirgli i preziosi documenti a patto
che il Caid gli conceda una notte con Sandro, il figlio quattordicenne.
Siamo nel 1953, Elisabetta sta per essere incoronata regina d'Inghilterra e a bordo dell'Empress of
France viaggia anche una delegazione canadese che comprende la famiglia del primo ministro, in
partenza per omaggiare la futura sovrana. L'entusiasmo per l'incoronazione della nuova regina ha
come motore l'illusione di un nuovo inizio dopo gli orrori della guerra, il miraggio di un domani
migliore. Michel Marc Bouchard, con spietata lucidità, ma anche con tocchi di frizzante ironia,
costruisce un testo in cui ogni personaggio, ogni situazione, è un velo di Maya che nasconde la
tragicità del reale.
Dietro le parole al vetriolo di Alice, la moglie del ministro, si nasconde il dramma per la morte dei
figli, vittime di una scellerata operazione militare, la fatica di essere prigioniera di un ruolo che
alterna soffocanti ipocrisie e dolorosi compromessi. Dietro la rabbia di Hyacinte si cela l'infelicità di
un sogno infranto, il desiderio di una carezza di donna. Dietro la petulanza di Sandro, il bisogno
frustrato di amore e attenzione paterne.
In un mondo in cui in vetrina scintillano le tre Elisabeth vincitrici di un frivolo concorso, in cui è
bene tacere le atrocità della guerra, nasconderne le tracce sotto il tappeto, l'unica arma per la
sopravvivenza sembra essere il non sentire niente, dimenticare, rifuggire il perdono, diventare
gusci vuoti. Ci sarà una possibilità di salvezza?