Spettacolo di canto lirico, recitazione e danza
a 100 anni dalla nascita della divina La dicotomia tra il personaggio e la donna, l'infanzia difficile. Criticata, amata follemente, odiata e osannata, dotata di una voce e delle doti interpretative incredibili, a distanza di 100 anni rimane immortale, la voce e personalità più uniche di sempre. Nello spettacolo attraverso i testi delle arie d'opera più famose da lei Inter-pretate, si mette a nudo davanti allo specchio e ripercorre la sua vita da bambina fino alla morte: venne cre-mata e si sparsero le sue ceneri nel Mar Egeo dove trovò la sua vera libertà. Perla dello spettacolo è la capaci-tà del regista di creare in scena una vera e propria magia attraverso la presenza in contemporanea della Cal-las, di Freeda Kahlo e del pianista Szpilman. Infatti pur non avendo mai avuto un incontro in carne ed ossa, vivono nello stesso periodo storico e sono tre grandi personaggi dell'epoca, uniti da un filo trasparente fatto di dolore, paura, ma incredibile speranza grazie alle loro arti sublimi. Arduini sceglie di non metterli mai in con-tatto diretto infatti, ma solo apparentemente. Arti diverse: il canto lirico, la musica, la pittura, confluiscono spontaneamente in un unico nucleo emozionale. Dove inizia la voce di Callas, le mani della Kahlo continuano imprimendo gli echi della voce della divina su tela, nella solitudine distruttiva e lacerante della guerra, le ma-ni del pianista si uniscono a quelle delle altre due artiste.