Se Platone fosse vivo avrebbe un profilo sui social media? Ma ci seguirebbe davvero o sarebbe troppo occupato a cercare il suo Daimon tra algoritmi e feed delle notifiche? Platone parlava del Daimon come di una guida interiore, un GPS emotivo che ci spinge a scoprire e vivere la nostra vera essenza. Ma in un mondo dove siamo costantemente distratti dalle connessioni digitali, siamo ancora capaci di sentirlo?
L'edonismo è engagement. ‘Seguo dunque sono’. Per creare dipendenza, i social devono stimolare gelosia, invidia e insoddisfazione. La dopamina scorre come acqua, rendendoci sempre più attratti da uno schermo che promette connessione, ma in realtà allontana la nostra vera identità. Il Daimon, per quanto saggio, non sa come rilassarsi con una maratona su Netflix.
La sfida, la vera challenge, è scoprire chi siamo davvero al di là delle apparenze digitali. Chi si nasconde dietro una chat? L’immagine che vediamo è autentica o generata dall’A.I.? Quante volte tocchiamo il cellulare in un giorno? 100, 200... forse 1000? Siamo iperconnessi, con lo sguardo fisso su uno schermo, ma quanto spazio lasciamo al nostro Daimon?
Con il coinvolgimento del pubblico, questo monologo, divertente e provocatorio, esplora come la rivoluzione digitale stia trasformando il nostro modo di vivere, pensare e, soprattutto, di essere. E alla fine, la domanda cruciale rimane: la Rivoluzione Digitale è un problema Tecnologico? O un problema Educativo?
«Il pubblico sarà protagonista e spettatore come viviamo sui social media»
Dicono di noi:
" ... A lei non importa la perfezione: lei è disposta a correre il rischio di interrompere ripetutamente lo spettacolo per saggiare le nostre reazioni. Ma in verità non è un’interruzione: è un dono quello che lei ci sta facendo. Cercando la nostra attenzione, ci offre la propria. Non le interessa “ballare da sola”: è “il passo a due” quello che vuole. E’ la relazione che cerca di costruire con noi, al di là di ogni egoico narcisismo.
La sua è l’espressione del fascino di essere umani: in bilico tra fragilità ed eccellenza. Quell’eccellenza che ci regala l’unicità del nostro daimon.
Qualcosa di diametralmente diverso dalla perfezione “verticale” a cui ci fa credere di poter raggiungere il mondo dei social. Quella magia di luci, di filtri, di fallaci proiezioni di una maestosità onnipotente, con cui la Sensi-Social apre lo spettacolo. E ci si presenta con un fascino da sortilegio in un prologo di sublime bellezza..." Sonia Remoli www.eorateatro.it
" … una vera e propria perla teatrale e che consiglio di andare a vedere.
Lo spettacolo coinvolge il pubblico con un monologo ironico e provocatorio, profondo e sincero, sul mondo digitale e su come questo abbia trasformato le nostre abitudini, i modi di pensare, di comportarci, di essere.
Che Tiziana Sensi sia un’artista di indubbio valore non devo essere di certo io a dirlo. Oltre a vantare un curriculum nel mondo dello spettacolo di tutto rispetto, propone sempre del teatro di alto spessore.
Avendola vista più volte sul palco, posso dire che in questa interpretazione supera se stessa. Tutte le sue capacità traspaiono chiaramente in questo lungo ma mai monotono monologo, uno dei migliori che io abbia mai visto, e che è chiaramente sentito da questa superba artista dalle grandi doti comunicative.” www.viviroma.it
"… difficile, al termine di Daimon 4.0, riprendere lo smartphone dalla tasca, accenderlo e guadarlo con gli stessi occhi.” Massimo Brigandi www.cahiersdesarts.it